Il sito di Tell el Amarna venne scelta da Amenofi IV (1351-1334 a.C.) faraone della XVIII dinastia, per fondare una nuova capitale dell’Egitto, Akhetaton, ovvero “L’orizzonte di Aton”, in onore del dio Aton, il disco solare che egli scelse di venerare in esclusiva e per il quale mutò il suo nome in Akhenaton che significa “Il preferito di Aton”. Il faraone per questo motivo viene definito 'eretico' sebbene il culto delle altre divinità del pantheon egizio non sia mai stato realmente abbandonato e alla morte di Akhenaton non fu difficile tornare al passato attraverso quella che viene definita "restaurazione".
Akhenaton scelse il sito di Tell el Amarna, nel medio Egitto, come nuova sede della sua corte e come nuovo luogo di sepoltura non solo per sé e la sua famiglia ma anche per i suoi dignitari. Lo scopo era rompere con l'antica tradizione tebana e soprattutto con la sua classe sacerdotale e allontanarsi il più possibile per poter sviluppare il suo progetto religioso ex novo. Proprio questo allontanamento però fu una della causa del manco successo della sua politica e della damnatio memoriae immediatamente dopo la sua scomparsa.
La grande tomba del faraone fu scoperta intorno al 1880 da scavatori clandestini, ma era già stata violata in antichità. Essa è collocata ai confini della città di Akhetaton e per questo e anche per la planimetria si discosta notevolmente dalle altre tombe reali della Valle dei Re. Effettivamente la tomba fu scavata nella montagna ad est della nuova capitale, contravvenendo all’antica pratica che prevedeva le sepolture ad ovest, il luogo dove si credeva risiedessero i morti. Questa scelta è probabilmente da porre in relazione con il sorgere del sole ad est ma è molto probabile che il sito sia stato scelto la vicinanza alla capitale.
La tomba risulta gravemente danneggiata soprattutto per quanto riguarda i rilievi parietali. Ciò è dovuto allo sgretolamento dell’intonaco e alle infiltrazioni saline, ma soprattutto alla damnatio memoriae che Akhenaton subito dopo la sua morte. I tentativi di asportare i rilievi avvenuti in epoca moderna hanno causato danni tali che ormai i rilievi risultano quasi del tutto scomparsi e illeggibili.
La tomba è incompiuta e si trova nel Wadi Abu Hasah el-Bahri. Rispetto alle tombe tebane è molto più estesa e soprattutto procede in linea retta all’interno della montagna senza spezzature nell’andamento del corridoio principale come accade invece per le tombe della XVIII dinastia. Il motivo di questo cambiamento radicale sembrerebbe sempre collegato al culto solare e permettere ai raggi del sole di raggiungere direttamente la sala del sarcofago che ovviamente risulta in posizione assiale con l'entrata. Un'altra particolarità sono i due appartamenti costruiti sul lato destro del corridoio e destinati ai membri della famiglia reale.
IL CORRIDOIO E GLI APPARTAMENTI FUNERARI
Procedendo dall’entrata verso l'interno, si incontra una scala di venti gradini divisa in due da una sorta di scivolo per consentire un trasporto più agevole del sarcofago all’interno della tomba. Il corridoio lungo più di 21 metri e largo e alto più di 3 non presenta alcuna decorazione. A metà del percorso si trova l’ingresso al primo appartamento, rimasto incompiuto, e destinato probabilmente ad accogliere le spoglie di Nefertiti, la famosa moglie del faraone: gli ambienti, stretti e allungati, sono sei, posti l’uno di seguito all’altro. I primi due sono perpendicolari al corridoio, il terzo forma una curva che svolta a sinistra creando un angolo retto da cui si dipartono i restanti ambienti paralleli al corridoio principale.
Lungo il corridoio centrale si incontra una seconda scala di 17 gradini sempre con rampa centrale. In questo punto, sempre sulla destra, si trova il secondo appartamento fatto di tre ambienti quadrangolari che differiscono nelle dimensioni e che erano destinate alle figlie del faraone. La prima camera detta alfa era destinata alle figlie Neferneferura e Setepenra. La seconda camera detta beta è la più grande e non presenta decorazioni. L’ultima camera detta gamma è la più piccola ma anche la più interessante insieme alla camera alfa. In base al ritrovamento di un frammento di sarcofago in granito rosa sappiamo che essa era destinata a Makitaten, secondogenita di Akhenaton, morta giovanissima. I rilievi nelle camere alfa e gamma sono purtroppo irrimediabilmente danneggiati ma restituiscono ancora l'intensità delle scene rappresentate di sappiamo qualcosa di più anche grazie alle fotografie e alle testimonianze di inizio XX secolo. Essi che rendono omaggio alla defunta Mekitaten attraverso scene di lamentazione assolutamente uniche nella storia dell'arte dell'antico Egitto poiché raffigurano la famiglia reale in lutto. Le scene di lamentazione non sono nuove nelle tombe e vanno dall'antico Regno fino all'epoca tarda ma al momento non risultano altri esempi del genere poiché di solito i protagonisti non sono mai di rango reale. La manifestazione del dolore espressa in modo così intenso e intimo da parte di un faraone e la sua regina resta ancora un caso unico.
LA CAMERA GAMMA
“La figlia del re, del suo corpo, che l’ama, Mekitaten, nata dalla grande [sposa reale Nefertiti], vivente in eterno”. Questa iscrizione su una delle pareti non lascia dubbi sulla sua destinazione della camera.
In uno dei rilievi molto danneggiati, la principessa è distesa su un letto mentre i genitori piangono la sua morte. Altre due persone, non di rango reale, piangono la defunta ai piedi del letto. La scena si svolge all’interno di una stanza mentre fuori altre figure, uomini e donne, su due registri, compiono vari gesti di lutto. Tra questi si c'è anche il visir, ma ad attirare l'attenzione è una donna che allatta un neonato: forse la figlia del faraone è morta dando alla luce un figlio? L’iscrizione davanti alla donna con il bambino è molto discussa, ma sulla base delle uniche testimonianze fotografiche pervenuteci, il nome inciso potrebbe essere quello di Mekitaten. Ciò vorrebbe dire che la figlia del faraone è rappresentata come defunta ma anche come nascitura. La spiegazione andrebbe cercata nell’ideologia amarniana secondo la quale il defunto tornava sulla terra sotto i raggi benefici dell’Aton. Il neonato sarebbe dunque Mekitaten rinata.
Nella parete opposta della stessa camera Mekitaten, o la sua effige, è all’interno di una cappella avvolta da piante che simboleggiano la nascita e la resurrezione. Sempre nella stessa camera, Akhenaton, la regina Nefertiti e le tre principesse sono rivolti verso un sacello che custodisce una figura di donna e hanno il braccio alzato e il palmo della mano rivolta verso il viso in segno di lutto. Dietro di loro, su due registri, due schiere di lamentatrici. Malgrado il cattivo stato di conservazione dei rilievi lo stile amarniano è ben riconoscibile attraverso l'abbandono dell'armonia e del classicismo e l'adozione dei crani slungati, colli esili, fronti sfuggenti, nasi pesanti, labbra grosse, gote magre e occhi appena aperti. Il ventre dei protagonisti è prominente e le gambe grandi.
LA CAMERA ALFA
La decorazione è molto simile a quella della camera gamma. Su due registri è rappresentata una scena quasi identica con un personaggio reale che si lamenta all’entrata di una stanza dove è custodito il letto con il corpo di una principessa. Nel registro superiore ritroviamo la scena della nutrice mentre esce dalla stanza con un neonato. A completare il tutto una folta schiera di personaggi compie gesti di lutto.
IL POZZO DI PROTEZIONE
Superata la seconda rampa di scale (quella in corrispondenza del secondo appartamento) si incontra il pozzo di protezione che funge da anticamera. Alle pareti ci sono rilievi oggi non più leggibili, si distinguono appena le figure di Akhenaton e Nefertiti offerenti all’Aton e ad una processione di principesse oranti.
LA CAMERA DEL SARCOFAGO
Superato il pozzo c’è la camera del sarcofago, che per dimensioni supera tutte le altre di cui si è parlato fino ad ora. All'interno, sulla sinistra, si trova una piattaforma con due pilastri quadrangolari. A destra doveva essere collocato il sarcofago. Nell’angolo superiore destro della stanza c’è un piccolo vano incompiuto di cui non si conosce la destinazione.
La posizione troppo ravvicinata al pozzo di protezione indicherebbe che questa stanza in realtà non poteva custodire il sarcofago reale. La tomba effettivamente risulta incompleta e questo farebbe pensare che la famiglia reale sia stata portata altrove. A sostegno di questa testi c'è la totale mancanza di tracce, anche frammentarie, di suppellettili. Anche dopo un saccheggio, che sia avvenuto in antichità o di recente, restano inevitabilmente indizi. Ciò nel caso della tomba di Akhenaton non è riscontrabile.
La decorazione di questa presunta sala del sarcofago, anch'essa illeggibile e quasi interamente scomparsa, lascia supporre, insieme al resto della decorazione della tomba, che vi fossero scene di adorazione dell’Aton, offerte, lamentazioni e invocazioni del faraone defunto. Sono rappresentati anche suppellettili funerarie e di arredamento.
Un bassorilievo irrimediabilmente danneggiato e quasi illeggibile nella parete sinistra della camera E (subito dopo le camere per le figlie e la rampa di accesso) rappresenta un gruppo di lamentatrici in stile amarniano con un vasto assortimento di gesti. La scena è nota solo grazie ad uno schizzo eseguito all'inizio del XX secolo.
Schizzo della scena di lamentatrici nella camera E, ormai non più leggibile. Da Bouriant, Legrain, Jequier, Monuments puor servir à l’étude du culte d’Atoun en Egypt I. MIFAO 8, 1903, p. 10, fig. 3 |
Un'altra scena di lamento funebre, questa volta con uomini a grandezza naturale fu distrutta negli anni ’70 da ladri che tentarono di asportarla. Le iscrizioni della camera funeraria sono ovviamente irrecuperabili visti i danni che la furia iconoclasta consumatasi in antichità e i tombaroli hanno prodotto.
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